Indian Symphony Mantra della tradizione Buddista

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I mantra

La nozione di mantra prende origine dalle antiche credenze religiose dell’India, ed è quindi propria di Vedismo, Brahmanesimo, Buddhismo, Giainismo, Induismo e Sikhismo. Attraverso il Buddhismo, questa pratica religiosa si è poi diffusa in tutta l’Asia, giungendo in Tibet e in Cina, e da qui in Giappone, Corea e Vietnam.
Mantra è un termine sanscrito (lingua ufficiale dell’India) e, nel suo significato più proprio, significa “veicolo (o strumento) del pensiero (o del pensare)”.
Deriverebbe infatti dalla fusione tra man (verbo che significa “pensare”) e il suffisso tra, che corrisponde all’aggettivo krt (“che compie”, “che agisce”). Secondo un’altra interpretazione, invece, significherebbe “che protegge la mente”, da manas (mente) e tra (protezione).
Si distinguono tre tipi fondamentali di mantra: il beeja mantra (seme), costituito da un solo fonema, come nel caso di Aum (Om); il pada mantra, basato su una singola parola; il mala mantra (ghirlanda), formato da una serie di parole.
Ciò che è importante, comunque, non è tanto il significato dei singoli fonemi, delle parole o delle frasi, quanto il suono, che deve avere la giusta intonazione melodica e l’esatta pronuncia fonetica: solo così, chi lo pronuncia è in grado di entrare in contatto con l’energia cosmica, di risvegliare la propria vita spirituale e di stimolare i chakra (punti di forza). Inoltre, mentre alcuni mantra invocano specifiche divinità o spiriti, i più importanti (come Aum, Shanti, Gayatri) inducono colui che li pronuncia a focalizzarsi sulla realtà ultima delle cose.
Per ottenere un certo effetto, i mantra vanno ripetuti parecchie volte (japa), anche utilizzando un rosario indiano (mala). Quest’ultimo serve a tenere il conto delle recitazioni e va usato con la mano destra, drappeggiandolo sul dito medio e facendo scorrere i grani in senso orario con il pollice (va del tutto escluso l’indice, che rappresenta l’ego). I grani che lo compongono sono 108 (un numero considerato sacro), o comunque multipli di 9, e sono fatti dei materiali più diversi: legno di sandalo, giada, perle e, in aree di cultura tibetana, persino ossa umane.

1 · Ghunghat ke pat khol (Kabir) 10:16
2 · Amritahuni goda (Namdev) 7:20
3 · Sadho man ka man tyago (Nanak) 7:08
4 · Hari nam sumare (Brahmananda) 9:18
5 · Agara hei (Mansur) 8:23
6 · Ali mhane lage brindavana jiko (Mirabai) 6:19
7 · Tu dayala (Surdas) 8:53
8 · Sumarana karale (Nanak) 9:02

Tempo Totale 60:48

ARTISTI:
VOCE, HARMONIUM, TAMPURA: Radha Poonja
SITAR, SAZ, FLAUTO, BANSOORI: Lucjan Wesolowski
TABLA: Nicola Artico
SAX SOPRANO, CLARINETTO: Marco Pasetto

Registrato in presa diretta nel mese di giugno 2001 presso Corte Convento negli studi dell’associazione culturale “Octobas” a Verona, Italia.
TECNICO DEL SUONO, MIX ED EDITING: Simone Chiampan
ASSISTENTE MIX ED EDITING: Giampaolo Righetti

Peso 0,062 kg
Dimensioni 14 × 14 cm
Rilegatura

Punto metallico

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